Megaliti di Pietra
Trascorri un piacevole pomeriggio alla scoperta di monoliti di pietra …
Megaliti del Garga
Raccontano una storia vecchia di 290 milioni di anni! Il geosito di straordinaria bellezza, testimonianza di un processo naturale antichissimo è ancora oggetto di studi. Di recente il Club per l’UNESCO di San giovanni in Fiore ha organizzato una visita guidata presso i megaliti silani nella valle del fiume Garga diretta dal geologo Domenico Belcastro che ha rilevato la presenza del batolite granitico di età Carbonifera – una pila di libri accatatstati – avente la stessa formazione e la stessa età delle rocce di Dartmoor in Cornovaglia.
Pietre del Melo
A San Giovanni in Fiore, in località “Melo”, compaiono una serie di strutture e raffigurazioni di animali morti, che esprimono lo stesso pensiero anche se in forma più evoluta perchè nel centro silano le influenze indoeruopee sono molto più forti rispetto alla cultura neolitica mediterranea. A San Giovanni è molto di più presente una figura come il “cubo” oppure le raffigurazioni dei neonati morti che possono essere osservate solo dall’alto e attraverso l’uso di droni. «Il pensiero di chi aveva realizzato queste altre sculture» sostiene Vincenzo Nadile «era legato al culto dei morti».
Pietra dell’Altare
Nei pressi della località Carlo Magno è possibile imbattersi in grosse pietre, disposte in fila sparse nella vegetazione il gruppo viene denominato “Pietra dell’Altare”. Secondo le leggende, la denominazione deriverebbe da una messa celebrata sul sito da una spedizione di cavalieri, di ritorno dalle Crociate, che improvvisarono un altare su una grossa pietra. Altre storie affondano ancor di più nell’antichità e sostengono che il celebre rito fosse avvenuto alla presenza di Carlo Magno in persona. Certo, non esistono fonti storiche che attestino la presenza del re carolingio sull’altopiano silano, ma l’idea che un così illustre “turista” possa aver fatto tappa fra le foreste dell’antica selva bruzia è sicuramente suggestiva. Inoltre, forse per caso, forse no, la Pietra dell’Altare si trova nell’area che sulle carte geografiche porta proprio il nome di “Serra di Carlomagno”, denominazione che compare addirittura in un manoscritto attestante l’avvenuta donazione ad un monastero, compiuta dalla madre di Federico II nel 1198. Naturalmente è grande l’alone di mistero e magnetismo che questi curiosi sassi non mancano di esercitare: non sono pochi i passanti che, al cospetto dei massi, riferiscono di aver percepito sensazioni strane, particolari vibrazioni… Forse all’origine di tante leggende c’è solo la fantasia umana, quello che resta difficile da spiegare è il perché dell’allineamento perfetto di un buon numero di macigni, che non sembra essere affatto una disposizione casuale.
Giganti di Pietra di Campana
Nei pressi di Campana, nel suggestivo scenario del Parco Nazionale della Sila, si ergono i maestosi Giganti dell’Incavallicata, due straordinarie sculture megalitiche, la cui creazione è attribuita con forte probabilità ai primi abitanti della Calabria.
La prima statua, conosciuta come “L’Elefante di Pietra“, svetta a un’imponente altezza di 5,50 metri ed è scolpita con la raffigurazione di un elefante. Questo dettaglio ha suscitato l’interessante ipotesi che le sculture potrebbero essere state erette dai soldati di Annibale durante la Seconda Guerra Punica, verosimilmente verso la fine del III secolo a.C.
La seconda statua, alta 7,50 metri, purtroppo presenta mutilazioni nella parte superiore, ma ancora si può identificare la rappresentazione delle gambe di un essere umano. A questa figura è stato attribuito il nome di “Il Ciclope” o anche “Il Guerriero Seduto“.
Sospese tra storia e mito, queste enigmatiche sculture costituiscono una testimonianza preziosa del passato millenario della regione calabrese, catturando l’immaginazione dei visitatori e affascinandoli con il mistero della loro origine e significato.